mercoledì 5 settembre 2007

Il Quinto Vangelo

Negli Atti di Tommaso, il più importante degli scritti apocrifi attribuiti all'apostolo, si racconta che nella divisione a sorte fatta a Gerusalemme, delle terre in cui andare in missione, a Tommaso fosse toccata l'India.
Infatti sono tantissimi i segni che in terra indiana si conservano di un suo passaggio (insieme a Matteo). Ne parlano nei primi secoli Ambrogio, Paolino, Gerolamo: Tommaso sarebbe sbarcato a Mylapore, l'attuale Madras, dove avrebbe subito il martirio e dove ancora oggi si venera la sua tomba. I segni di una presenza cristiana in India, del resto, sono numerosi e risalgono a secoli molto precoci. Al concilio di Nicea del 325 era presente un vescovo Giovanni, un siro caldeo proveniente dall'India. E ancor oggi esiste nella regione di Malabar, nel sud dell'India, una tradizione di cristiani che usano per la liturgia la lingua siriaca.
Nella primavera del 1945 a circa 60 Km. da Luxor, due contadini rinvennero nella sabbia una giara d'argilla e da questa venne prelevata una "brocca" di dimensioni contenute.
Eravamo nell'era dell'Acquario e gli antichi avevano promesso che quest'era avrebbe preannunciato la scoperta di antiche rivelazioni che il mondo prima di allora non savrebbe stato capace di comprendere.
Gli antichi chiamano la costellazione dell'Acquario "La Brocca" e da una brocca rinvenuta accidentalmente viene portato alla luce un rotolo di lino cerato e bitumato.
Venne srotolato e ne uscirono molti manoscritti. Quest'ultimi vennero denominati i codici di Nag-Hammadi, alcuni di questi vennero distrutti o buttati, altri in condizioni migliori vennero invece venduti a dei rigattieri e, successivamente, il museo copto del Cairo comprò e raccolse diversi di questi rotoli. Una parte di essi andarono invece all'Istituto Jung di Zurigo.
Finalmente gli studiosi di questi due istituti, il museo del Cairo e l'istituto di Zurigo, tradussero le antichissime scritture dai caratteri copto-grecizzanti.

Dei 13 codici originariamente composti da più di 1350 pagine ne perverranno 1130. Quasi tutti i codici hanno una legatura di cuoio e risalgono alla fine del I° secolo d.C. Sono traduzioni in copto di manoscriti più antichi che si presume stilati in aramaico.
Tra questi vi è il "Vangelo secondo Tommaso" certamente il più antico tra i vangeli conosciuti sin ora, e impropriamente, quindi denominato anche i quinto vangelo.
Vi sono, in questo documento, frasi del Cristo inedite che rendono la sua figura diversa da quella adottata dal mondo cattolico.
Egli non vince la forza del mondo servendosi del dolore bensì utilizzando l'arma della Conoscenza, quella Cosmica, Eterna, che non subisce l'usura del tempo.
Questo vangelo contiene 114 detti in forma arcaica e testimonia le parole che Gesù rivelò a Tommaso ed è una delle più antiche testimonianze scritte della tradizione cristana e la datano nella metà del I° secolo d.C.
Questi antichi documenti, inoltre, pare che fossero appartenuti ad una ristretta comunità visto che il copto era una lingua poco diffusa in Egitto e conosciuta solo da una limitata cerchia di eruditi e quasi sicuramente di diretta estrazione gnostica, ciò spiega la totale estraneità al mondo ebraico-cristiano di questi scritti.
Non vi sono comunque dubbi sull'autenticità del Vangelo secondo Tommaso, a conferma di ciò basterà sapere che fin dal 1897, in località di Ossirinco, nel Medio Egitto, furono rivenuti 2 frammenti di papiri (più un terzo ritrovato nel 1903) che contengono frasi, in greco, del testo copto del Vangelo di Tommaso, inoltre il papiro n° 654 riporta il titolo ed il nome di Tommaso.
Il Cristo che leggiamo nel Vangelo di Tommaso è vicinissimo all'Induismo, al Buddismo, al Sufismo, non incita allo sterile sacrificio, ma semmai ad una consapevole ricerca della propria divinità, affinché la carne ridiventi Spirito.

(fonte bethelux.it)


Vi metto qualche stralcio del vangelo di Tommaso:

Gesù disse, "Mostratemi la pietra scartata dai costruttori; quella è la chiave di volta."

Gesù disse, "Quelli che sanno tutto, ma sono carenti dentro, mancano di tutto."

Gesù disse, "Il regno del Padre è come un mercante che ricevette un carico di mercanzia e vi trovò una perla. Il mercante fu accorto; vendette la mercanzia e si tenne solo la perla.
Così anche voi, cercate il tesoro che è eterno, che resta, dove nessuna tarma viene a rodere e nessun verme guasta."

Una donna nella folla gli disse, "Fortunato il grembo che ti generò e il seno che ti nutrì."
Lui le disse, "Fortunati coloro che hanno ascoltato la parola del Padre e l'hanno veramente conservata. Poiché vi saranno giorni in cui direte, 'Fortunato il grembo che non ha concepito, e il seno che non ha allattato. ' "

I suoi discepoli gli chiesero, "Quando verrà il regno?"
"Non verrà cercandolo. Non si dirà 'Guarda, è qui!', oppure 'Guarda, è lì!' Piuttosto, il regno del Padre è sulla terra, e nessuno lo vede."


Gesù disse, "Quanto ascolterete con le vostre orecchie, proclamatelo dai vostri tetti ad altre orecchie.
Dopo tutto, nessuno accende una lampada per metterla in un baule, né per metterla in un posto nascosto. Piuttosto, la mette su un lampadario così che chiunque passi veda la sua luce."

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